Al rientro sul campo dell’allenamento dopo la partita del weekend di solito non parla mai.
Di solito. Perché questa volta Nevio Orlandi, allenatore di una Vibonese reduce dal pari interno beffa contro la Casertana spezza la routine ed interviene a tutto campo partendo dai fischi, di pochi, rivolti alla squadra subito dopo il gong della gara di domenica: “Questo gruppo sta dando tutto – esordisce – nessuno può permettersi di mettere in dubbio i valori morali e professionali di questa squadra. Un gruppo che ha tante qualità tecnico-tattico-fisiche ma che come tutte le squadre del mondo ha dei limiti tecnici, tattici e magari anche fisici. Una squadra costruita per la salvezza, ormai ad un passo, che proverà in tutti modi di centrare i playoff. Una formazione messa insieme tenendo conto anche dei bilanci societari. Cosa da non sottovalutare perché – spiega – basta guardarsi attorno per vedere come si fa altrove: si prende questo, quello e anche l’altro ma poi il rischio crack finanziario è dietro l’angolo perché non si riescono a pagare stipendi ecc. Quindi – continua Orlandi – credo che sia necessario non perdere mai di vista la vera dimensione di questa società, di questa piazza, senza dimenticare che solo cinque anni fa la Vibonese era in Eccellenza. Ma soprattuto non bisogna dimenticare, invece, che fino a qualche settimana fa eravamo quinti in classifica dietro solo a corazzate costruite per vincere questo campionato.
E quindi perché – si chiede il tecnico rossoblu – sentire fischi? Perché sentire malumori? Perché sentire insulti? Perché sentire pensieri che possano mettere in dubbio la moralità di questa squadra? No. Non lo accetto. Il vero tifoso vibonese non è questo. Ma quello che ci ha applaudito nei momenti più difficili di questa stagione e lo ha fatto anche domenica al termine di una partita beffa praticamente vinta”.
Già, la partita con la Casertana. Una domenica di festa rovinata sul più bello dal sinistro di Mancino al minuto 94’. Il gol che ha fatto partire la mini-contestazione tra qualche supporter rossoblu che non ha condiviso, oltre al risultato, anche alcune scelte di Nevio Orlandi: “Qualcuno ha contestato il fatto che insieme ai miei collaboratori, sull’1-0 e nell’ultimissima parte della gara, abbiamo scelto di togliere un attaccante per un difensore. Per noi era l’unica cosa da fare con loro in massima pressione. Ci serviva -continua- riempire l’area di rigore sulle tante palle in mezzo che loro avevano già cominciato a buttare dentro e avrebbero continuato a fare. E poi – sottolinea – il cambio in questione era legato tatticamente alla sostituzione successiva (Collodel-Rezzi) che tra l’altro ci ha portato alla chance che ci avrebbe permesso di chiudere il match. Poi è chiaro abbiamo commesso anche degli errori. Che poi sono gli stessi che ci portiamo dietro da inizio stagione (vedi Juve Stabia all’andata e Trapani al ritorno).
Ovvero – rimarca – che anziché pensare alle marcature andiamo a guardare la palla perdendo così di vista il nostro uomo e rischiando, come accaduto, di prendere gol. Ma – continua – è un discorso di esperienza. E in questo noi pecchiamo. Fermo restando che – continua – se in rosa avessi avuto un altro centravanti con le caratteristiche da boa d’attacco, è chiaro – spiega – che avremmo cambiato attaccante per attaccante. Ma siccome le caratteristiche dei giocatori che avevamo a disposizione erano quelle bisognava fare di necessità virtù, sempre per il bene della squadra. Come – chiosa – di sicuro faranno la gran parte dei tifosi della Vibonese che tengono a questi colori, questa squadra, questa società che fa di tutto e di più per far riscattare questo territorio attraverso il calcio”.
Al rientro sul campo dell’allenamento dopo la partita del weekend di solito non parla mai.
Di solito. Perché questa volta Nevio Orlandi, allenatore di una Vibonese reduce dal pari interno beffa contro la Casertana spezza la routine ed interviene a tutto campo partendo dai fischi, di pochi, rivolti alla squadra subito dopo il gong della gara di domenica: “Questo gruppo sta dando tutto – esordisce – nessuno può permettersi di mettere in dubbio i valori morali e professionali di questa squadra. Un gruppo che ha tante qualità tecnico-tattico-fisiche ma che come tutte le squadre del mondo ha dei limiti tecnici, tattici e magari anche fisici. Una squadra costruita per la salvezza, ormai ad un passo, che proverà in tutti modi di centrare i playoff. Una formazione messa insieme tenendo conto anche dei bilanci societari. Cosa da non sottovalutare perché – spiega – basta guardarsi attorno per vedere come si fa altrove: si prende questo, quello e anche l’altro ma poi il rischio crack finanziario è dietro l’angolo perché non si riescono a pagare stipendi ecc. Quindi – continua Orlandi – credo che sia necessario non perdere mai di vista la vera dimensione di questa società, di questa piazza, senza dimenticare che solo cinque anni fa la Vibonese era in Eccellenza. Ma soprattuto non bisogna dimenticare, invece, che fino a qualche settimana fa eravamo quinti in classifica dietro solo a corazzate costruite per vincere questo campionato.
E quindi perché – si chiede il tecnico rossoblu – sentire fischi? Perché sentire malumori? Perché sentire insulti? Perché sentire pensieri che possano mettere in dubbio la moralità di questa squadra? No. Non lo accetto. Il vero tifoso vibonese non è questo. Ma quello che ci ha applaudito nei momenti più difficili di questa stagione e lo ha fatto anche domenica al termine di una partita beffa praticamente vinta”.
Già, la partita con la Casertana. Una domenica di festa rovinata sul più bello dal sinistro di Mancino al minuto 94’. Il gol che ha fatto partire la mini-contestazione tra qualche supporter rossoblu che non ha condiviso, oltre al risultato, anche alcune scelte di Nevio Orlandi: “Qualcuno ha contestato il fatto che insieme ai miei collaboratori, sull’1-0 e nell’ultimissima parte della gara, abbiamo scelto di togliere un attaccante per un difensore. Per noi era l’unica cosa da fare con loro in massima pressione. Ci serviva -continua- riempire l’area di rigore sulle tante palle in mezzo che loro avevano già cominciato a buttare dentro e avrebbero continuato a fare. E poi – sottolinea – il cambio in questione era legato tatticamente alla sostituzione successiva (Collodel-Rezzi) che tra l’altro ci ha portato alla chance che ci avrebbe permesso di chiudere il match. Poi è chiaro abbiamo commesso anche degli errori. Che poi sono gli stessi che ci portiamo dietro da inizio stagione (vedi Juve Stabia all’andata e Trapani al ritorno).
Ovvero – rimarca – che anziché pensare alle marcature andiamo a guardare la palla perdendo così di vista il nostro uomo e rischiando, come accaduto, di prendere gol. Ma – continua – è un discorso di esperienza. E in questo noi pecchiamo. Fermo restando che – continua – se in rosa avessi avuto un altro centravanti con le caratteristiche da boa d’attacco, è chiaro – spiega – che avremmo cambiato attaccante per attaccante. Ma siccome le caratteristiche dei giocatori che avevamo a disposizione erano quelle bisognava fare di necessità virtù, sempre per il bene della squadra. Come – chiosa – di sicuro faranno la gran parte dei tifosi della Vibonese che tengono a questi colori, questa squadra, questa società che fa di tutto e di più per far riscattare questo territorio attraverso il calcio”.