Apprendiamo con stupore e forte amarezza lo sfogo del signor Pino Messina sulle colonne di alcuni giornali locali online in cui l’allenatore parla di <<mancata valorizzazione dei giovani e poca considerazione del suo lavoro svolto nel settore giovanile rossoblù>>. Attività che, come da lui stesso confermato e scritto a caratteri cubitali nel titolo dell’articolo in questione, ha portato avanti per ben 18 anni.

E basterebbe solo questo per capire che, evidentemente, se il suo lavoro non avesse trovato la giusta considerazione non lo avrebbe svolto per un così lungo periodo in seno a questa Società, continuando la sua collaborazione nonostante cambi di proprietà, staff dirigenziali e tecnici. Delle due l’una.

Ma vogliamo andare ancora oltre.

Perché basterebbe leggere l’eta media della prima squadra in questa stagione, e, soprattutto, i nomi ed i cognomi della stessa rosa per capire quanto la Vibonese creda nei giovani e nel suo settore giovanile. La formazione rossoblù, infatti, oltre ad essere una delle più giovani dell’intero torneo di Serie D è in cima alla speciale classifica “Giovani D Valore”, redatta dalla Lega Nazionale Dilettanti, che premia le società con maggior utilizzo di calciatori di fascia juniores oltre la quota prevista dal regolamento del campionato. Ma soprattutto, solo nell’ultimo anno, ha attinto dalla canterà rossoblù e promosso in prima squadra ben sei calciatori. I titolari Anzelmo e De Marco ma anche Bottino, La Torre, Ayad e Cintura, quest’ultimo protagonista e decisivo proprio nell’ultima giornata di campionato contro il Castrovillari. Suo il gol partita. Probabilmente la risposta più importante che potesse arrivare. La miglior risposta che potessimo dare al signor Messina. Il quale dovrebbe sapere che poi alla fine è sempre il campo a parlare. Ed il campo racconta l’opposto di ciò che dice nel suo “sfogo”, legittimo certamente, ma, altresì, ritardato (ha lasciato la Vibonese sei mesi fa) confuso e approssimativo.

Ma vogliamo andare ancora oltre.

Perchè basterebbe mettersi solo per un attimo nei panni di chi, ogni giorno, da anni, con grandi sacrifici supporta, sostiene i sogni di decine e decine di ragazzi, per capire, al netto degli errori sicuramente commessi (siamo umani), e di alcuni casi come i citati Curtosi e De Fazio (i quali, è bene sottolineare, hanno autonomamente scelto di fare altre esperienze lontano da Vibo prendendo accordi direttamente con altre società, senza neppure confrontarsi con il proprio club che avrebbe potuto, ma non l’ha fatto, pretendere le giuste contropartite), che la prima ad essere amareggiata quando un giovane non riesce a esordire con la prima squadra è la Società, a tutti i livelli, che in quel ragazzo ha creduto investendo tempo e professionalità dedicate, come quelle messe sul campo dal signor Messina, al quale, dal presidente al magazziniere, nonostante tutto, siamo e saremo sempre grati per quanto fatto per la Vibonese.

Tuttavia, non ce ne voglia, non possiamo sopportare parole di questo tenore, da chi, soprattutto negli ultimi tempi della sua collaborazione, ha evitato il confronto, fatto ostruzionismo e creato contrasti. No. Non possiamo. Accettiamo ogni critica ma le falsità no. Come non possiamo più sopportare i metodi unilaterali di certa stampa che, chiaramente “distratta” sulle più elementari regole del giornalismo, da voce a certe “storie da bar” senza un minimo di verifica della notizia o contraddittorio. Al signor Messina l’augurio delle migliori fortune professionali ed umane con l’auspicio che possa riuscire a modificare determinati atteggiamenti personali, che, evidentemente, ne hanno frenato la carriera che avrebbe forse meritato. Forse.

La Società | U.S. Vibonese Calcio