“E’ stata dura. In alcuni momenti durissima. Un mese terribile fatto di giorni lunghissimi e particolarmente difficili. Se sto bene lo devo alla mia famiglia ma anche alla grande umanità del personale sanitario dell’ospedale “Jazzolino” di Vibo Valentia che ho incontrato e alle tante persone che, seppur dall’altra parte del telefono, mi sono state vicino. Perché il Covid, oltre a farti stare male, ti fa fare a “schiaffi” con la solitudine a cui ti obbliga. A livello psicologico è durissima. Ma ho lottato. Con tutto me stesso, supportato dai miei cari, dagli angeli in camice bianco e dallo smartphone. Ha squillato in continuazione. Strappandomi da quella realtà fatta di ansia, farmaci e preoccupazioni. Ho ricevuto una valanga di affetto da tante persone. Forse più di quella che meritassi. Amici, colleghi, ma pure tanta gente che non sentivo da anni e anche persone con le quali ho avuto forti scontri. Non me l’aspettavo. Sinceramente. Anche se ho sempre pensato che la stima ed il rispetto tra persone sia più forte di ogni cosa. E poi le telefonate di tanti tifosi della Vibonese. Qualcuno conosciuto. Altri perfetti sconosciuti, fino a quel momento. Le videochiamate dei ragazzi e dei dirigenti della squadra che mi hanno fatto sentire lì con loro a vivere il pregara. Come una domenica qualsiasi. La vittoria contro il Potenza dedicata. Ancora una volta i colori rossoblù mi hanno dato e non tolto. Non credo di avere abbastanza parole per ringraziarvi tutti. Grazie per i pensieri costanti, i messaggi, gli attestati, i gesti, grazie. Con la speranza di vederci e rivederci di persona. Fortificare e rinsaldare rapporti. Sono più debole nel fisico ma molto più ricco nella mente, nel cuore e negli occhi. Concludo questa lettera fatta di poche parole con un accorato appello: facciamo attenzione. Proteggiamo noi stessi e gli altri. Il virus Covid19 esiste ed è davvero una brutta bestia”.
Saverio Mancini